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Conferenza stampa di: Une Vie Meilleure

31/10/2011 | News
Conferenza stampa di: Une Vie Meilleure

Cedric Khan presenta il suo nuovo film, Une Vie Meilleure, al festival del cinema di Roma.

Nel tuo film mostri una realtà dura e impietosa:
Cédric Kahn: abbiamo costruito un film su due persone che subiscono il dramma dell'indebitamento e devono ricostruire la propria famiglia da zero rinunciando alle proprie aspirazioni. La rovina arriverà dalle banche e dal loro speculare sui piccoli imprenditori. È un film sulla sopravvivenza economica e della famiglia, ha uno stile documentaristico ma è soprattutto una storia d'amore.

Infatti nel film viene mostrato come le banche non siano nemiche solo di chi ha il posto fisso, ma anche di chi tenta la via dell'imprenditoria
Volevo far capire che la crisi si paga a tutti i livelli. Il sistema sfrutta la fragilità della gente. I poveri sono tanti e con i prestiti si specula sui loro risparmi concedendogli mutui che spesso non riusciranno a ripagare. In un sistema come questo, per me, è praticamente impossibile cambiare classe sociale. E' il sistema capitalistico che paralizza gli individui, la banca è solo uno degli elementi del sistema.

Col tuo film volevi costruire una parabola sulla vita di oggi
Nella prima parte il mio film denuncia la brutalità del sistema, ma un film non deve solo occuparsi di condannare. Deve anche proporre qualcosa di diverso. Volevo mostrare come i miei personaggi alla fine imparino ad adattarsi abbandonando le loro aspirazioni materiali. Proprio nella povertà scopriranno che esiste ancora una possibilità di essere felici.

Slimane, il ragazzino co-protagonista del film, è bravissimo. Come hai fatto a farlo recitare in maniera così convincente?
Avevo già lavorato con un bambino in passato, ma non mi era piaciuto il metodo usato e stavolta ho fatto il contrario. Riprendere un bambino, per me, è il gesto cinematografico assoluto così ho scelto di tornare a lavorare con un ragazzino. Quello che per un bambino è libertà, diventa un grosso vincolo per altri attori, ma stavolta ho trovato il giusto equilibrio. Ho avuto molta fortuna a trovare un ragazzino capace di mostrare naturalezza e leggerezza. Per trovarlo abbiamo visto 400 bambini, il che non è tantissimo per un ruolo così importante, ma la scelta dell'attore che deve interpretare il figlio di Nadia è stata la più difficile. Ho passato notti insonni prima di decidere.R32;R32;

E invece come hai deciso di affidarti a Guillaume Canet?
Il suo sembra un personaggio preso dalla strada, non sembra nemmeno recitare tanto è naturale
Questo, per un attore, è il complimento più grande. Io volevo che l'attore scomparisse dietro il personaggio. All'inizio pensavo che Guillaume fosse un po' troppo middle class, volevo un attore più rovinato dalla vita, ma alla fine ho scommesso su di lui per il suo talento. Guillaume è molto famoso in Francia e trasformarlo in qualcuno che muore di fame era molto strano, ma ha funzionato. Anche la protagonista è troppo giovane per avere un figlio di dieci anni perché ne ha solo ventisei, ma alla fine entrambi gli interpreti sono stati molto convincenti.

Ti sei mai chiesto se quello che stavi girando era un film troppo duro?
Al cinema siamo abituati a vedere tutto attraverso il filtro hollywoodiano, ma io volevo invece offrire uno sguardo reale. Il film si svolge in un contesto storico di durezza estrema. Non c'era solo la volontà di fare un pamphlet anticapitalista, ma di dare una risposta diversa alla crisi. L'elemento chiave del film è il personaggio del bambino che, col suo sguardo limpido, fa cambiare le cose agli adulti. Non c'è una magia, ma è tutto incredibilmente reale. Slimane fa capire agli adulti che i valori che rincorrono non sono fondamentali.

R32;La svolta positiva, per il personaggio di Yann, arriva dopo che lui ha aggredito lo strozzino rubandogli il denaro necessario a partire per il Canada. Come si può interpretare questo evento nello sviluppo di un personaggio che tu stesso hai definito rimanere onesto anche nelle difficoltà? Non potrebbe sembrare un comportamento amorale?
Quando a rubare è il bambino l'adulto è combattuto perché vuole insegnare i valori necessari a vivere in una società civile e a essere onesti, ma in seguito si trova costretto a rinunciare alla sua morale. Questo, però, è solo un episodio isolato che gli servirà a ricostruire la sua vita onesta. Quando ho deciso di fare un film a sfondo sociale mi sono indirizzato verso il tema a cui ero più sensibile: la povertà. La cosa che più mi fa indignare è proprio lo sfruttamento della miseria altrui e a volte i poveri sono portati a compiere atti sbagliati a causa della disperazione, ma Yann è fondamentalmente onesto e tale resterà.

Sara D'Agostino

 


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